Brano: [...]e una reggenza in nome del nipote. « Ho dovuto ripetutamente dichiarare in questi giorni — scrisse nel suo diario — (e lo Sforza da me interrogato, si è unito al mio sentire) che la reggenza, se l’otterremo sarà, per noi che l’abbiamo proposta, cosa seria e personalmente siamo impegnati a difenderla con tutte le nostre forze, perché non intendiamo e d’altronde non sapremmo, fare la parte famosa di don Liborio Romano nel 1860, quando, ministro di Francesco II, persuase il

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Brano: [...]dello Stato unitario che, con i plebisciti seguiti all’impresa garibaldina e alla cacciata dei Borboni, si era legalmente instaurato in quelle province. Ma è da aggiungere che nella maggior parte dei casi le bande legittimiste, pur godendo di vasti consensi fra la popolazione rurale (assai delusa della politica di spoliazione dello Stato sabaudo) non erano caratterizzate da un consapevole impegno politico. Pur facendo riferimento al detronizzato Francesco II di Borbone e al Papa (a lor volta sostenuti dai governi spagnolo, austriaco e prussiano, mentre la Francia appoggiava sia il Papa che i Savoia), le bande venivano finanziate e usate nel tentativo di restaurare un potere statale ormai decaduto, in molte bande veniva promesso e distribuito il soldo, 'spartito il bottino, e nell’ ordinamento gerarchico interno si adottò, almeno nei primi tempi, una parvenza militare che si richiamava all'esercito borbonico.

Né il fatto che quel tentativo di restaurazione facesse leva demagogicamente su secolari rivendicazioni per volgere le rivolte contadine [...]